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cecilia polidori TWICE DESIGN LESSONS - http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com

CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN - http://ceciliapolidoritwicedesign.blogspot.com

CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 2 -http://ceciliapolidoritwicedesign2.blogspot.com

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"Si continua ad abbandonare qualcosa. Si continua a dire addio. Il problema, forse, è cercare d'inventare nuove perfezioni, pensare che ogni momento è una perfezione che comunque si può perfezionare..."

Ettore SOTTSASS, Scritto di notte, maggio 2010

"Si procede per tentativi, valutando empiricamente le diverse soluzioni possibili..."

Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, marzo 2011

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo,agosto 2011

capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori
capodanno a new york 2012 foto cecilia polidori

capodanno in Times Square 2012, foto Francesco G. Teratone

capodanno in Times Square 2012, foto Francesco G. Teratone
capodanno in Times Square 2012, foto Francesco G. Teratone

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sabato 31 dicembre 2011

PACKAGING TEXTURE



Per la creazione del mio Packaging, spiegato dalla Prof.essa Cecilia Polidori è corrispondente alla prima esercitazione (vedi sito specifico delle "Lezioni di design"-Twice Design Lessons:cecilia polidori TWICE DESIGN LESSONS: appunti Lezione 4,1° esercitazione), dopo aver consultato il sito web: http://ceciliapolidoridesign-lezioni.blogspot.com/p/pagina-2.html e la pagina web dedica a Ettore Sottsass: disegni,  ho deciso di utilizzare l’immagine della copertina del libro: Memphis, The New International Style, edizione Electa, 1981Memphis, noto anche come Memphis Design, Memphis Group o Memphis Milano, è stato un collettivo italiano di design e architettura fondato da Ettore Sottsass, attivo tra il 1981 ed il 1987. È stato uno dei massimi esponenti del Postmodernismo degli anni ottanta. Il collettivo faceva anche ampio uso di vetro, e combinava il tutto con colori accesi e vivaci, texture e decorazioni, volte a generare ottimismo. Molti degli oggetti erano rivestiti in laminato plastico, materiale considerato povero e scelto appositamente per la sua "mancanza di cultura". I suoi oggetti erano volutamente "non intellettuali", ma una celebrazione invece della normalità e della banalità in una società di massa. Ho realizzato una serie di prove per la decorazione del mio Packaging, riprendendo le texture dell’immagine, ho iniziato a giocare provando a ruotare e invertire i colori (bianco e nero)creando cosi diversi modelli.
La realizzazione del Packaging è suddivisa in tre fasi:

1 fase: diversi modelli Packaging


2 fase: ritaglio e montaggio del modello Packanging Texture


 3 fase: risultato Packaging Texture

Il risultato ottenuto nel modello finale  è quello di avere nelle quattro facce del Packaging (sia le quattro facce  interne che le quattro facce esterne evidenziate in blu) una texture differente, mentre nella parte centrale( evidenziata in rosso), ho inserito solo due delle texture, per avere questo tipo di modello:

Nell’elemento di chiusura, invece ho riportato le stesse texture del Packaging, ma con i colori invertiti e il disegno ruotato a 90°.

                                 
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mercoledì 14 dicembre 2011

Gio Ponti disegna il mio Structural Packaging

 STO  elaborando - non finito"

Prima di iniziare a creare il mio Structural Packaging ho consultato la seconda piattaforma creativa http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/ sulla pagina appunti Lezione 4, 1° esercitazione. Leggendo e guardando il materiale fornito dalla nostra docente ho scoperto i disegni al tratto di Gio Ponti. Ma, non potendo andare in biblioteca, ho navigato sul web per cercare altri esempi di disegni fatti dall'architetto e designer, ed ho, così, scoperto dal sito web: http://www.collectorsnet.com/Books-on-Design/Gio-Ponti-Interni-oggetti-disegni-1920---1976/  il libro: Laura Falconi, Gio Ponti, Interni, Oggetti, Disegni 1920 - 1976, ediz. Electa, 2004

Ho pensato di usare il disegno sulla copertina del libro come packaging del mio modello:

 e ho estratto alcune parti messe in successione  


  E quindi procedo con la realizzazione:
 
Fasi realizzazione
Ecco il prodotto finito:
My Structural Packaging
Gio Ponti seppe cogliere gli aspetti più affascinanti e controversi dell’arte di progettare, che coinvolge la vita di tutti i giorni nelle case, negli uffici e nelle strade delle città.


Link di riferimento:


Anello ferma disegni

Anello ferma disegni
by Erika Fammartino
“Progettare è un’attività che coinvolge ogni pratica, nel momento in cui l’umanità cerca di migliorare le proprie norme o quando, contraddicendole, trova soluzioni ‘altre’… Ognuno di noi progetta, ogni giorno, quando è obbligato a prendere le proprie decisioni, anche quelle apparentemente banali.”
                     Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011, 1° ediz. pag. 5

Dovendo affrontare la prima esercitazione manuale del corso -packaging-  mi sono messa subito all’opera. Ho iniziato con il disegnare, ritagliare, incastrare e, infine, montare il modellino di prova.    
Successivamente ho pensato alla decorazione da effettuare, ho subito ripensato al tema del corso, agli argomenti affrontati e subito ho pensato ai disegni fatti da Enzo Mari per il suo “ Gioco dei 16 animali”Inizio con il creare il modello in digitale, successivamente passo a ritagliare la sagoma, per poi completare con il vero e proprio assemblaggio dell’oggetto.
pubblicato su post di Erika Fammartino

Applicazioni della ricerca estetica nel design: anello portarotoli

Dopo l'esperienza del mio lavoro precedente (http://ceciliapolidoritwicedesign2.blogspot.com/2011/11/enzo-mari-e-la-forma-semplice-serie.html) ho voluto sperimentare come potesse rendere l'immagine elaborata su un oggetto di design.

L'idea è stata quella di realizzare un oggetto che non fosse solo un anello portarotoli, ma che racchiudesse in sé tutte le fasi della mia ricerca estetica, partendo materialmente dalle stesse protagoniste che vi hanno partecipato (le castagne) fino all'immagine finale. 
In questo modo chiunque si trovi ad analizzare l'oggetto può provare a ripercorrere il processo che mi ha portato a definire la forma semplice delle castagne, condividendone o meno il risultato.
" La scienza mi affascina, ne invidio il paradigma, cioè il fatto che si possa proporre una determinata ipotesi solo se contemporaneamente si comunica a tutti il metodo e i mezzi utilizzati per formularla, in modo che ogni interlocutore possa a sua volta verificare se ciò che si afferma è vero o falso" 
ENZO MARI, 25 modi per piantare in chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011, 1° ediz, pg.30

Caterina Chiofalo

STRUCTURAL PACKAGING : ASTRATTISMO GEOMETRICO

"Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nell’arte. Le apparenze esteriori non offrono alcun interesse; solo la sensibilità è essenziale. L’oggetto in sé non significa nulla. L’arte perviene col suprematismo all’espressione pura senza rappresentazione." Kazimir MALEVIC
Fase di lavoro corredata da schizzi e misure
Per la realizzazione del packaging ho cercato di far miei i concetti e le linee guida del suprematismo per riadattarle all'esercitazione in oggetto, cercando di correlare essa con il tema di progetto del modulo di progettazione architettonica , ovvero il museo della musica.
Il progetto è composto da un contenitore, che varia la sua dimensione a seconda del formato delle tavole da contenere, decorato con motivi richiamanti la concezione di astrattismo geometrico propria del suprematismo, ovvero il cerchio, il quadrato e la croce.
A questo contenitore vi è applicato un anello decorato con motivi tratti dai quadri di Malevic, con un acceno al rapporto che vi è tra musica ed architettura, con la traduzione della quinta sinfonia di Beethoven in punti (tratta ed analizzata dal libro di W. KANDINSKY, punto linea e superficie, Adelphi Edizioni, Milano, pag.42).
"Tutto ciò che vediamo è sorto da una massa di colori trasformata in piano e volume, e ogni macchina, cosa, persona, tavola è un sistema pittorico di volumi predisposto per scopi precisi." Kazimir MALEVIC
Rappresentazione del progetto
Sitografia di riferimento :

Lo Structural Packaging di Giusy e l'Arte Concreta di Max Bill

Max Bill solo exhibition Kunst Museum

Sturttugatt (2005/06)
''Nel 1959, viene pubblicata una piccola monografia su di me (...), con contributi di Max Bill...''
(Enzo MARI, 25 Modi per piantare un chiodo pag 42, edizione MONDADORI Marzo 2011)


Per rivestire il mio Structural Packaging, mi sono ispirata ad un'esempio di serigrafia di Max Bill del 1967, che avevo già pubblicato nel mio post per la lezione precedente.
Dopo aver disegnato le forme geometriche su cartonicini colorati da 1 mm, le ho mescolate, e quasi come un come un gioco le ho disposte sul mio Structural Packaging facendo in modo che colori uguali non fossero adiacenti e rispettando la sequenza proposta nella serigrafia di Bill (nero - blu - giallo - rosso).
           Max Bill - Serigrafia del 1967

Fasi di realizzazione

Varie viste del mio  Structural Packaging



Un porta rotoli ''tipografico''

Max Bill: tipografia

Nel 1937, quando Max Bill scriveva il testo ''Pubblicità'' in Svizzera, il significato della parola tipografia era diverso da quello attuale, solamente poche persone del mestiere avevano confidenza con caratteri, composizione e stampa. L'Arte Nera come veniva definito un tempo il lavoro manuale del compositore e dello stampatore è diventata di pubblico dominio solamente a partire dalla metà degli anni ottanta dell'ultimo secolo. Con la crescita esponenziale nella diffusione dei pc, utilizzare il ''desktop publishing'' è quasi come avere Gutemberg sullo schermo. Nelle mail e su internet, sempre più persone scrivono con i caratteri tipografici - e si divertono a cambiare forme e dimensioni...A giocarci. Pochi, sanno qualcosa però, delle rigide leggi che regolavano originariamente la composizione del materiale tipografico e dei caratteri in piombo: righe e montaggio del testo, caratteri usurati o meccanicamente danneggiati, margini con sbavature di inchiostro o segni simili a spiedi nelle parti non stampate, non ci sono più. Le impostazioni dei programmi di layout consentono valori in millesimi, affettando una precisione che non è più verificabile ad occhio nudo. Negli anno trenta Max Bill aveva a disposizione solamente pochi caratteri tipografici dalle dimensioni prestabilite. Un testo destinato alla stampa era progettato in punti. La maggior parte degli stampati era realizzata da compositori, non da grafici, tipografi, agenzie pubblicitarie o addirittura da casa, come avviene ai giorni nostri. Come compositore grafico, Max Bill era autodidatta e riteneva che la composizione tipografica fosse come l'architettura e il design, un lavoro di composizione e di progettazione.

''La tipografia è la composizione di uno spazio, che è il risultato di funzione e materia.''
(Max BILL,  ''Pubblicità'' - 1937)


Partendo da questi concetti, ho deciso di decorare il mio porta rotoli prendendo spunto dalle realizzazioni tipografiche di Max Bill. In particolare i Bozzetti che Bill realizzò per la scritta del teatro ''Corso'' a Zurigo. 


11 bozzetti per la scritta del teatro ''Corso'', Zurigo.
(Inchiostro e tempera su cartone, matita su carta trasparente,
prove di stampa su carta per stampe a colori - 
Larghezza da cm 13 a cm 29.)

Dopo aver realizzato il mio portarotoli,  infatti, ho utilizzato i caratteri del nome di Bill per sperimentare i vari stili tipografici sopra rappresentati. Ho utilizzato quattro colori base (nero - blu - giallo - rosso), rispettando la sequenza che precedentemente avevo usato per il mio Structural Packaging. Ho cercato inoltre, di ottenere il massimo della chiarezza e semplicità nella forma espressiva (date soprattutto dall'utilizzo del nero su bianco) nel rispetto dei canoni di Max Bill. Non bisogna però, tralasciare il fatto che la superficie vuota, è tanto importante quanto quella su cui ho disegnato:

''Non sono le forme esterne a costruire l'essenziale, ma il rapporto tra caratteri e superfici (...) ciò permette alla tipografia di elevarsi ad opera d'arte.''
(Max BILL,  ''Pubblicità'' - 1937)

Le varie fasi di realizzazione.

Lo Structural Packaging di Giusy e l'Arte Concreta di Max Bill

                
Bibliografia/ Riferimenti:
Buchsteiner/Letze; Max Bill, pittore, scultore, architetto, designer - Edizione ELECTA 2005 (pag 244 - 245)
Immagini:
Buchsteiner/Letze; Max Bill, pittore, scultore, architetto, designer - Edizione ELECTA 2005 
http://www.artknowledgenews.com/Max_Bill.html
http://hoolawhoop.blogspot.com/2010/10/max-bill.html

martedì 13 dicembre 2011

SOGNI E ALTRE COSE...

" E' una faccenda molto seria: il gioco non gli serve a passare il tempo, ma a capire il mondo."

Enzo Mari, 25 modi per piantare un chiodo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, p.36

Per realizzare il packaging relativo alla prima esercitazione ho applicato gli schemi ed i tracciati forniti dalla prof. Arch. Cecilia Polidori (vedi sito web specifico delle "Lezioni di design"- Twice Design Lessons: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.com/p/appunti-lezione-4.html ) relativi ad Enzo Mari e le sue "Carte da disegno - Sogni e altre cose" e alle lettere di Gio Ponti. La carta da disegno di E. Mari relativa al sogno, mi hanno ricordato lo scritto di Gaston Bachelard " La poetica dello spazio" dove il sogno, o meglio la rêverie è parte fondamentale del nostro essere e prende parte anche nella progettazione. A queste considerazioni ho aggiunto il tema principale del progetto del corso, la casa della musica, espressa in maniera immediata con il disegno al tratto delle note musicali, forma che ritorna anche nel mio progetto.

Portarotoli Bacterio


Per creare il mio Portarotoli ho utilizzato la Texture create dal Designer italiano Ettore Sottsass denominata: Bacterio. Si tratta di un illustrazione creata nel 1978 ed utilizzata sul Laminato Plastico per rivestire mobili ed oggetti (come ad esempio lampade). Bacterio ed altri Patterns furono create al interno del Gruppo Menphis; un collettivo italiano di Designer ed Architetti Milanesi, è stato uno dei massimi esponenti del Postmodernismo degli anni ottanta.
Memphis è il grande fenomeno culturale degli anni 80 che ha rivoluzionato le logiche creativo-commerciali del mondo del Design.
Nata da un’operazione culturale avviata da Ettore Sottsass e da un gruppo di giovani architetti e designers milanesi a cui si sono aggiunti, poco dopo, alcuni fra i più famosi designers della scena internazionale, Memphis ha sconvolto e ribaltato tutti quanti i presupposti esistenti fino allora circa l’idea dell’abitare.
Con Ettore Sottsass come colonna portante del gruppo, il design ha acquisito una nuova concezione espressiva legata a nuove forme, nuovi materiali e nuovi patterns ribaltando i precedenti limiti creativi imposti dall'industria.



Preparazione Lavoro:
Risultato Finale (fronte e retro):


Bibliografia:
http://www.memphis-milano.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Memphis_(design)
http://blog.linedandunlined.com/post/404171838/on-memphis-pattern-and-macpaint


Immagini:
http://www.nova68.com/Merchant2/merchant.mvc?Screen=PROD&Product_Code=EttoreSottsass_Casablanca
http://blog.linedandunlined.com/post/404171838/on-memphis-pattern-and-macpaint
http://www.thing-of-beauty.com/ettore-sottsass-1917-2007
http://www.designboom.com/eng/funclub/memphisremember.html
http://www.bacterio.de/

sperimentando.parte2

Parte 2
... Continuo la mia sperimentazione prendendo a modello un maestro illustre del design italiano, Bruno Munari e le sue straordinarie opere grafiche, che ben si prestano al mio oggetto-progetto...
il risultato sono questi diversi tipi di anelli ferma fogli in stile munari...
Anello n°1
Anello n°2
Bibliografia immagini:
http://www.arte.go.it/eventi/2007/e_2102.htm
http://www.arsvalue.com/webapp/ars_eventi/dettaglio_opera.aspx?evn=12903521&opr=12903526&rac=12903523&art=12797031&st=25